Vi presentiamo alcune esperte che si occupano di digitalizzazione, conservazione e monitoraggio del patrimonio culturale, dimostrando che competenze e innovazione non hanno genere.
E insieme l’hanno fatta davvero una fiera, ma nel senso più alto del termine: grazie a loro infatti il Dipartimento ha partecipato con un importante progetto di stampa 3D per la riproduzione del David per Expo Dubai 2021. AI e Deep Learning per proteggere il patrimonio dai rischi ambientali, gestione strutturata dei dati digitali per garantire trasparenza e interoperabilità, tecniche di imaging avanzate per la tutela del paesaggio, sistemi informativi per trasformare l’informazione in conoscenza, sono solo alcuni dei temi che trattano ogni giorno nel loro operare.
Grazia Tucci, Fabiana Di Ciaccio, Lidia Fiorini, Erica Parisi e Adele Meucci ci dimostrano che il futuro della tecnologia e della scienza è anche nelle mani di donne capaci di affrontare sfide complesse con visione e multidisciplinarità, portando nuova linfa e aprendo la strada a una vera primavera del sapere e dell’innovazione.
Nel mondo della digitalizzazione e della stampa 3D, le donne stanno svolgendo un ruolo sempre più centrale, affrontando sfide tecniche e organizzative con determinazione e visione.
Un esempio concreto è il progetto di riproduzione in stampa 3D del David di Michelangelo per Expo Dubai. Un'impresa complessa che ha richiesto competenze avanzate, coordinazione e un forte spirito di collaborazione. Dietro questo successo c'erano tre donne: la direttrice della Galleria dell’Accademia, la direttrice del servizio di trasporti e chi ha seguito il processo di acquisizione e stampa 3D.
Questa tecnologia permette di salvaguardare l’originale e diffondere la cultura italiana nel mondo, come avvenuto anche con il Pugilatore a riposo esposto a Pechino. In un settore ancora prevalentemente maschile, questo progetto dimostra come le donne, grazie alla loro capacità di connessione e cooperazione, possano affrontare e vincere sfide complesse.
Oggi, in un team prevalentemente femminile, mi occupo di monitorare e salvaguardare il patrimonio culturale a rischio nell’ambito del progetto PNRR CHANGES, in cui guidiamo uno Spoke dedicato a valutare l’impatto di molteplici rischi – incluso il cambiamento climatico – sul nostro patrimonio.
Anche in contesti che in passato hanno offerto poco spazio alle donne, la passione può trasformare ogni obiettivo in realtà. Condividere competenze e prospettive con altre professioniste arricchisce la visione d’insieme, contribuendo a proteggere questa eredità per le generazioni future.
Dalla pianificazione alla raccolta dati, dall’analisi alla progettazione di interventi di tutela, ogni fase del nostro lavoro nasce dalla sinergia e dal sostegno reciproco: la mia ricerca integra il Deep Learning e l’Intelligenza Artificiale in diversi ambiti della geomatica, dall'analisi di dati multisensore alla stima di variabili ambientali, con l'obiettivo di sviluppare soluzioni innovative che si inseriscono nel quadro di vari progetti nazionali ed internazionali.
In questo mare di idee, se una rondine da sola non fa primavera, l’energia di più donne che collaborano crea una fiera in cui le sfide si trasformano in opportunità. Insieme, donne di scienza e di passione, unite dalla volontà di fare la differenza, dimostriamo che l’impossibile può diventare realtà.
Mi occupo di digitalizzazione 3D del patrimonio costruito, un processo impegnativo che va oltre la semplice acquisizione di dati. Creare risorse digitali significa confrontarsi con il tema della complessità e l’architettura è un tema complesso, frutto di stratificazioni, cambi d’uso e relazioni, con l’ambiente urbano e naturale, in continua evoluzione, fattori che la trasformazione digitale non può ignorare.
La mia ricerca si concentra sull’organizzazione dei dati digitali, affinché siano tracciabili, interoperabili e strutturati secondo standard condivisi. Questo garantisce qualità e trasparenza nei processi. L’uso di ontologie, in particolare il CIDOC CRM e le sue estensioni, aiuta a definire con chiarezza la struttura delle informazioni, rendendole comprensibili sia per le persone che per le macchine.
Non so se l’essere donna influenzi la mia ricerca; certo, in passato il lavoro sul campo era quasi esclusivamente maschile, ma questo non mi ha fermata.
Per troppo tempo, la scienza e l’ingegneria sono state raccontate come mondi maschili. Eppure, le donne nella ricerca, nella tecnologia e nella conservazione del patrimonio stanno dimostrando ogni giorno che non esistono settori “per uomini” o “per donne”: esistono solo competenze, passione e visione.
Nel mio lavoro, utilizzo sistemi di rilievo digitali multisensore e tecniche di imaging avanzate per documentare e proteggere il patrimonio culturale e paesaggistico. Strumenti che ci permettono di osservare ciò che l’occhio umano non vede, prevenendo il degrado e assicurando la trasmissione della memoria collettiva.
L’innovazione è inclusione, ed è tempo di abbattere gli stereotipi che ancora limitano la presenza femminile nelle STEM. Perché il futuro dell’ingegneria è anche nelle mani delle donne.
Lavoro nel campo del rilievo e della modellazione per la conservazione e il restauro, con un particolare interesse per la documentazione metrica e le tecniche di digitalizzazione.
Il mio lavoro si concentra sull’implementazione di banche dati e sistemi informativi che trasformano l’informazione in conoscenza, affinché il patrimonio non sia solo custodito, ma anche compreso e condiviso, supportando la sua tutela e valorizzazione.
Nel mondo della conservazione, la capacità di leggere e interpretare il passato attraverso la tecnologia è essenziale. Le donne, con il loro approccio multidisciplinare e attento ai dettagli, stanno contribuendo sempre più a innovare questo settore, dimostrando che la precisione tecnica e la visione d’insieme possono andare di pari passo.
Ultimo aggiornamento
13.03.2025