Gli scenari di danno che si sono presentati negli ultimi eventi sismici che hanno colpito la Turchia e la Siria forniscono una testimonianza, a livello internazionale, di come una corretta progettazione delle strutture e l’impiego di moderne tecniche di protezione sismica debbano essere considerate l’unico modo per mitigare i danni anche sul costruito di epoca pre-normativa. Tale osservazione è ad esempio motivata dal rilevamento di come gli ospedali, dotati in Turchia d’isolamento alla base per obbligo legislativo, siano rimasti illesi in mezzo a decine di migliaia di edifici ad uso residenziale collassati a seguito delle due principali scosse del 6 e del 20 febbraio u.s.
Oltre alla drammatica conseguenza di avere migliaia di morti e decine, se non centinaia, di migliaia di sfollati, scenari di questo tipo rendono certamente complesso anche il processo di gestione dell’emergenza e di ricostruzione.
Per evitare ciò, unico rimedio è la prevenzione!
Guardando al nostro Paese, l’edilizia risalente ad epoche antecedenti la promulgazione delle prime norme di progettazione in zona sismica costituisce la maggior parte del patrimonio costruttivo esistente. Interventi di adeguamento andrebbero per esso programmati in maniera estesa, seppur temporalmente scandita in relazione alle loro destinazioni d’uso, dando priorità alle scuole, agli ospedali e ad altre strutture strategiche, pur senza limitarsi ad esse.
Partendo dall’esame dei più recenti accadimenti in Turchia e Siria e dalla collocazione del nostro Paese nell’Area Mediterranea, il presente seminario si pone come obiettivo la riflessione su quali siano le soluzioni d’intervento di maggiore efficacia, anche includenti le più moderne tecniche d’isolamento e dissipazione, da applicare alle varie tipologie di strutture per la mitigazione del danno in caso di terremoti di pari intensità.
A tale risultato si perverrà ponendo in luce come sia di fondamentale importanza l’approfondimento della conoscenza del costruito d’interesse, da perseguire mediante prove in sito di rilevamento delle proprietà dei materiali e dei dettagli costruttivi dell’opera, nonché per monitoraggio del suo comportamento dinamico.
Una conclusiva tavola rotonda darà modo a relatori e partecipanti di confrontarsi per la soluzione di dubbi sorti a seguito delle relazioni proposte sulle problematiche trattate.
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